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 CONSOLATO d'ABRUZZO a ROMA
 18/02/2009 18.47.10

Il Ristorante “Consolato d’Abruzzo” di Roma ha festeggiato i suoi primi 40 anni


Il Ristorante “Consolato d’Abruzzo” è una vera e propria istituzione per gli amanti della cucina abruzzese a Roma. Le sue origini risalgono al 1969 quando i fratelli Demofonte decisero di portare la ricca tradizione culinaria della loro splendida regione natìa nella capitale.

Nel 1980 arrivarono a dar man forte le famiglie Capparoni e Zero e la cooperazione continua tuttora. In cucina (dal 1978) lo chef, simpatico e bravo, Gennaro Del Papa. Un locale a tutto tondo dove l’Abruzzo (e non solo) fa la parte del leone con antipasti di salumi e formaggi tipici ma anche con una grande griglia per le carni alla brace e un’altra per pesci di una certa importanza.

Il locale sorge in Piazza Elio Callistio, nel quartiere africano, proprio di fronte ad un imponente monumento dell’Antica Roma, noto come la “Sedia del Diavolo”, una architettura funebre, più propriamente la tomba di Elio Callistio, che era un liberto di Adriano, risalente alla prima metà del II° secolo d.C. Il nome popolare deriva dalla forma del rudere, che con il crollo della facciata ha preso la curiosa forma di una monumentale cattedra di tipo vescovile, che accese la fantasia popolare, essendo all’epoca ben visibile da lontano e isolato nella campagna.

Il successo del ristorante “Consolato d’Abruzzo”, anche per il richiamo del nome, fu immediato e continuo, tant’è vero che dai 40 coperti iniziali si è passati progressivamente ai 130 di oggi.

All’ingresso siamo accolti da Ennio, il caposala, che ci accompagna al nostro tavolo con garbo e grande aplomb. Gli arredi di legno scuro, le tovaglie candide e le apparecchiature accurate creano un’atmosfera di elegante sobrietà.

Il caldo benvenuto, all’insegna della proverbiale ospitalità abruzzese, è accompagnato da un calice di spumante con il quale brindiamo, insieme ad amici e clienti affezionati, al lieto evento. Segue un Tagliere di salumi e pecorini di varia stagionatura, tutti provenienti da fornitori rigorosamente selezionati all’interno del territorio di riferimento. La valenza orticola regionale si manifesta appieno nelle melanzane cotte sulla pietra ollare e nelle croccanti “Persechelle” che sono delle pesche acerbe in salamoia, colte mentre sono ancora verdi e appena più grandi della classica oliva snocciolata da aperitivo, ma incredibilmente più gustose. E qui c’è veramente da congratularsi con l’avvedutezza delle massaie abruzzesi le quali evidentemente non si sognavano di sprecare gli “scarti” ottenuti dall’obbligatorio alleggerimento degli alberi da frutto. Invece, hanno escogitato questo modo geniale di recuperare i minifruttini, trasformandoli in stuzzicanti amuse-gueule.

Che dire poi del Fagottino di melanzana, un insieme perfettamente bilanciato tra l’amarognolo della melanzana grigliata, la cremosità dolce della ricottina fresca all’interno e l’acidulo della salsa di pomodoro sopra. L’antipasto non sarebbe stato completo senza il Tegamino di fagioli in umido con morbida cotenna sgrassata e senza le tradizionali Polpettine cacio e uovo, soffici dentro e croccanti fuori.

Tra i primi più gettonati del Consolato, assaggiamo il Timballo alla teramana e una memorabile Pasta alla chitarra con sugo di castrato. Sono piatti che esprimono appieno la cultura della pastorizia e della transumanza, che lega l’Abruzzo alla vicina Puglia.

Per secondo, lo chef Gennaro, da abruzzese autentico dell’Alto Vastese, ci propone il Maialino alla Marsicana con patate e salsiccia di fegato grigliata. Il carciofo di contorno ci incanta per l’intensità di gusto e per l’estrema tenerezza, ma LUI (Gennaro) non svela certo il suo segreto dicendo soltanto che è “come lo faceva mamma”.

Servito per tutto il pranzo un solo vino rosso della regione: Montepulciano DOC 2006 della Casa Vinicola Terra d’Aligi di Atessa della famiglia Spinelli. Un rosso delizioso da tutto pasto dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, di buon corpo, con prevalenti note di frutta rossa (amarena e prugna) e piccoli frutti di bosco (mora, mirtillo), con dolci spezie che vanno dal cacao alla vaniglia chiudendo con ottima freschezza che ne prolunga la soavità del retrogusto.

A questo punto siamo più che soddisfatti della full immersion nell’enogastronomia abruzzese ma una festa importante come questa non può che concludersi in dolcezza ed ecco spuntare un Parrozzetto, leggerissimo, ricoperto di una glassa al cioccolato fondente ed una Ferratella con crema al mosto cotto. L’accompagnamento perfetto è un sorso di Ratafià, liquore di amarene macerate a lungo nel vino rosso. Come suggerisce il nome, brindando con un bicchierino, anticamente si sigillavano i contratti che da quel momento erano “ratificati”. Vorrà dire che nel nostro caso invece si è trattato di una solenne promessa: quella di molti felici ritorni.

Ristorante Consolato d’Abruzzo
Piazza Elio Callistio
00100 Roma
Tel: 06.86208803

Per i curiosi acculturati: La “Sedia del Diavolo” è anche un film horror prodotto dalla Renegade Worldwide, interpretato da Andrew Howard (Below), Olivia Hill, Eric M. Breiman, Gary Mackay, Louise Griffiths, Elize du Toit e Matt Berry.


Servizio a cura di Elke Schmettow


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