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Pizzeria a Napoli: La Figlia del Presidente 11/05/2015 21.28.08 “La Figlia del Presidente” Pizzeria nel
cuore del centro storico di Napoli di Marina Alaimo La pizza nel cuore del centro storico di Napoli non è solo cibo mordi e fuggi, ma assume importanti significati: è storia, identità, infinita passione. Tra i vicoli che si diramano dai Decumani Maggiore ed Inferiore, rispettivamente via dei Tribunali e via Benedetto Croce, alias Spaccanapoli, la pizza è presente da almeno trecento anni. Ogni giorno in questa città dal fascino intramontabile si accendono circa trecento forni, ecco perché Napoli è capitale indiscussa della pizza, made in Italy importante nel mondo. La pizzeria “La Figlia del
Presidente” di Maria Cacialli è in via del Grande Archivio 23, uno dei cardini
che si diramano da via Spaccanapoli in questa parte della città che mantiene
l’impianto urbanistico di epoca greco romana. Maria è una delle pochissime
pizzaiole a svolgere questo mestiere da sempre riservato agli uomini. Solo di
recente la stampa e gli eventi di settore hanno preso coscienza delle alte
competenze dei pizzaioli, fino a poco fa ritenuti personaggi di poco conto e
per i quali non era prevista nemmeno la figura professionale nei contratti di
assunzione. Attualmente c’è un grande fermento intorno al mondo della pizza in
quanto si è compresa l’abilità di questi straordinari artigiani ed il grande
business rappresentato dall’intero indotto, considerato il fatto che la pizza
viene ormai prodotta in tutto il mondo ed in larga diffusione. Nonostante i
fiumi di parole scritti sull’argomento, poco spazio è dedicato alle donne. Maria è la principale
espressione al femminile dell’arte bianca a Napoli e quindi nel mondo. E’
figlia d’arte ed Ernesto Cacialli, suo padre, è stato un pizzaiolo molto famoso
sia in Italia che all’estero. Nel loro lavoro c’è tanta passione e voglia di
rappresentare l’identità autentica di questa città così coinvolgente ed
esuberante. La pizza nasce come cibo da strada, piegata in quattro, a
portafoglio si dice da queste parti, e veniva venduta sul banco fronte strada,
sulla soglia dei grandi portoni, come è stato ben rappresentato da Sofia Loren
nella famosissima scena del film L’Oro
di Napoli. E’ il frutto di una geniale invenzione mirata ad affrontare e
risolvere la fame del popolo che tra questi vicoli ha sempre contato numeri
importanti. Nel tempo poi si è rivelata una vera e propria arte gastronomica,
specie dopo l’incontro della mozzarella e del pomodoro San Marzano sulla
celebre margherita. Tutt’oggi Maria vuole mantenere
questa bellissima tradizione del banco fronte strada, nonostante la pizzeria
fosse dotata di una sala molto grande. Davanti l’edificio del Grande Archivio,
che raccoglie documenti e testimonianze di quindici secoli di Napoli città
nella storia classica e di Napoli da capitale europea a metropoli regionale,
già dalla mattina c’è un bel via vai di persone. A molti napoletani piace fare
la prima colazione con la pizza, da sempre, e così fino a sera ci si sofferma
qui per lo street food partenopeo che prevede anche i golosissimi fritti:
arancini, crocché di patate, frittatina di maccheroni. Tutti pezzi pensati in
origine per recuperare gli avanzi della cucina, oggi diventano bocconi
irresistibili nelle mani dei rosticcieri. La famiglia Cacialli si sente
quindi parte del grande teatro al quale fanno da scenario strade, viuzze,
botteghe di questa zona e attori straordinari ne sono gli abitanti con la loro
contagiosa simpatia e le colorite espressioni nella propria lingua. I locali
della pizzeria sono integrati nel corpo del complesso della Napoli Sotterranea,
con le alte volte e le pareti di tufo giallo, la pietra caratteristica di
questa zona di natura vulcanica. Ricordiamo che siamo ai piedi del Vesuvio che
vigila silente dal 1944, data dell’ultima eruzione, durante la seconda guerra
mondiale. Questa zona racconta una storia
antichissima legata ai forni ed al grano che traccia un itinerario estremamente
interessante da seguire prima o dopo un’ottima pizza dalla Figlia del
Presidente. Siamo nella parte più antica di Napoli, in quella che fu l’Agorà
greca e poi il foro romano (piazza San Gaetano). Proprio nei pressi della pizzeria si
estendeva il distretto dei granai e dei molini, tra piazzetta del Divino Amore,
via Grande Archivio e vico Paparelle. Al disotto del vicinissimo Vico dei
Maiorani è stato individuato il Vicus Pistorius, la contrada dei Pistasi, i
pestatori di grano che rifornivano di farina i numerosi forni della zona.
Risalendo il Vicus Pistorius, ci si ritrova nel complesso archeologico
sottostante la basilica di San Lorenzo Maggiore, dove si percorrono le strade
millenarie di Partenope e dove incontriamo un forno di 2000 anni in perfetto stato
di conservazione ed il mercato ciptoportico del pesce, con i banchi inclinati.
Praticamente la storia della città si incrocia continuamente con quella del
cibo, che spesso è interpretato dalla espressione dello street food, dalle
pizzerie, ma è anche cucina ricca di piatti dalla forte identità territoriale.
Via
Grande Archivio, 23 Napoli -
Tel. 081 286738
A cura
di Rocco Lettieri
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